Il ventesimo secolo e l'era moderna

Dalla fine dell'800 fino al 1970 circa, le calcolatrici meccaniche monopolizzarono il mercato da ufficio. In tutto il mondo, specialmente negli Stati Uniti, ma anche in Europa, vennero create molte fabbriche per lo sviluppo di calcolatrici meccaniche.
L'Italia fu inizialmente in ritardo, ma grazie al genio dell'Ingegner Capellaro della Olivetti, in poco tempo divenne leader mondiale nella produzione di calcolatrici meccaniche prima ed elettroniche poi. Di calcolatrici ne vennero inventate anche di diversi modelli: da quelle, per così dire, portatili, a quelle con la tastiera estesa o quella ridotta (a seconda dei casi), quelle con il motorino elettrico oppure con la manovella. A quei tempi le addizioni e sottrazioni venivano effettuate direttamente in una singola operazione, a differenza della moltiplicazione e divisione che venivano ancora effettuate tramite una serie ripetuta di addizioni e sottrazioni.
Con l'introduzione dei transistor nel 1947, cominciarono ad essere sviluppate le prime calcolatrici completamente elettroniche. La prima vera calcolatrice elettronica venne immessa nel mercato nel 1961. Sviluppata nel Regno Unito la Bell Punch/Sumlock ANITA Mk.VII faceva utilizzo in ambito circuitale delle valvole termoioniche insieme ad un display basato sui tubi nixie. Da questo momento in poi si andarono a sviluppare calcolatrici che offrivano sempre minor errore, un numero maggiore di operazioni eseguibili e un numero maggiore di cifre allo stesso tempo utilizzabili, insieme all'utilizzo di monitor CRT per la visualizzazione dei calcoli.
Con l'utilizzo dei circuiti integrati dai primi anni settanta cominciarono a svilupparsi le prime calcolatrici programmabili e scientifiche che, a poco a poco, diedero vita alle calcolatrici evolute dei giorni nostri.